Io prendo le mie decisioni semplicemente tenendo conto dei principi dell’etica cristiana. Mi sforzo, nei limiti del possibile, di comportarmi in modo corretto con gli altri. La mia fede è radicata anche nella natura, nel mondo animale e nel creato.

Dopo la morte di nostro figlio, molte persone hanno detto: "Il Signore sa quello che fa". Ma a un certo punto ho detto: "Non ne sono sicura. Perché ora ha combinato un grosso guaio e io sono arrabbiata con lui". Forse è stato allora che la mia fede è crollata, in un certo senso. È stato allora che ho iniziato a dire: "Che razza di Dio è questo?". Anche se forse era una domanda stupida. In seguito, conversando con buoni amici, con il pastore, e soprattutto con persone del nostro villaggio, ho sentito che loro mi stavano sostenendo. E perciò mi sono semplicemente detta: "Anche questo ha a che fare con la fede. Sono sostenuta e portata". Non so chi o cosa sia Dio, ma ho capito che opera attraverso altre persone. E spero di poter essere anch’io, a volte, uno strumento capace di aiutare altri.

La fede dev’essere pubblica. Altrimenti non può agire. Certo, posso pregare, da sola, chiusa in una stanzetta. Lo faccio anch'io. Però mi dà fastidio quando alcuni sostengono che la chiesa non dovrebbe esprimersi su certi temi, ad esempio prima delle votazioni. Non voglio dire che essa debba fare pubblicità a favore o contro. Ma deve poter prendere posizione, da un punto di vista cristiano. Se non lo può fare, la fede rimane inefficace. In conclusione, la fede può agire solo attraverso le persone. Per me è così.