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Ursin Defuns

Disentis/Muster

Insegnante di musica

Sono un cattolico praticante, vado in chiesa ogni domenica. Prego, ma senza seguire uno schema specifico. Mi attengo a ciò che prescrive la nostra chiesa. Ho molto a che fare con la chiesa: lavoro in un monastero, e vedo quotidianamente monaci impegnati nella liturgia. Lo studio nel campo della musica sacra mi ha insegnato molto, e la religione è per me un grande sostegno in tutta la mia vita.

Parlo spesso con Dio, ma anche con la Beata Madre Maria. La chiesa del convento è un luogo di pellegrinaggio della Mater Misericordiae. Ho iniziato la mia carriera di musicista proprio in questa chiesa. Tutto è cominciato qui, ed è per questo che mi piace tornare in questo luogo. È una sorta di rituale per immergermi di nuovo nella fede. Le mie conversazioni con il Signore avvengono di notte, quando non riesco a dormire. Non dormo molto, spesso rimango sveglio, così posso avere ogni tipo di conversazione con lui. Quel dialogo avviene anche sotto forma di preghiere, perché ne ho imparate molte: in romancio, in latino e anche in tedesco. Posso perciò recitare una litania, e addormentarmi lentamente. È una sorta di meditazione che mi calma.

A volte ripeto: “Perché ti affliggi, anima mia, e sei così infelice in me?” (Salmo 42, ndr.). Ma lo dico più che altro per calmarmi. Molti testi provengono da Salmi che sono stati messi in musica. Nella mia testa risuona allora quella musica, accompagnata da quel testo.

“Quis cantat bis orat”, che significa: “Chi canta prega due volte”. La musica aiuta a immergersi meglio in un testo. E aiuta anche noi musicisti a capire meglio un compositore. Mi sembra di riuscire a capire quanto fosse religioso Mendelssohn, per esempio. Mi basta sentire come mette in musica certi Salmi per capire quanta fede avesse. Mozart, che era un compositore classico, ha composto meno musica sacra rispetto a Mendelssohn, ma la sua musica raggiunge una profondità immensa in poche battute. E ciò dimostra che non l’ha composta meccanicamente, bensì ispirato dalla fede. Tutto ciò mi aiuta, oggi, a capire meglio i testi sacri. Ed è anche un aiuto per la mia fede.

« Io parlo con Dio durante la notte, quando non riesco a dormire »

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1 persona ha lasciato un pensiero
  • La fede rappresenta un faro di speranza e un fondamento etico per l'essere umano del ventunesimo secolo, un periodo caratterizzato da profondi cambiamenti sociali, politici e tecnologici. In un mondo spesso segnato da conflitti, crisi e incertezze, la fede puó rassicurare offrendo un senso di appartenenza, di significato e di direzione.

    Nel contesto moderno, la fede dovrebbe incoraggiare la tolleranza, il dialogo interreligioso e una maggiore comprensione tra le diverse culture. Dovrebbe invitare a riflettere su valori universali come l'amore, la giustizia e la compassione. In un'epoca in cui l'individualismo può prevalere, la comunità cristiana rappresenta un'opportunità per costruire legami significativi e per affrontare insieme le sfide del giorno d'oggi.

     

    Modificato il Sabato, 31 Agosto 2024 23:28 da sassalbo.