La fede ha sempre avuto un ruolo molto importante per me. In questo momento ci troviamo in una chiesa, che è il mio posto di lavoro. Io lavoro anche come sacrestana. Ogni giorno apro e chiudo quattro chiese. Ovviamente entro nelle chiese. Lo considero un grande onore. Ogni giorno posso aprire la casa di Dio alle persone che in questo luogo vengono a pregare, o sostano in silenzio, o celebrano una funzione religiosa. In chiesa mi sento come a casa: mi inginocchio davanti al tabernacolo e apro il mio cuore a Dio con umiltà.
Di solito inizio con una preghiera tratta da un breviario. Poi esprimo le mie intenzioni personali. Spesso presento a Dio le decisioni che devo prendere. Le esamino sempre alla luce della fede. E dico: “Dio, fammi prendere la giusta decisione”.
Qualche giorno fa è morta una mia cara amica. È deceduta all’età di 58 anni, mentre stava lavorando. Era la madrina del mio figlio più piccolo. In quel momento mi sono chiesta: “Signore, perché l’hai chiamata a te?”. Sì, lo so che ora è in buone mani. Eppure, a me manca. Chissà, forse capirò, un giorno, perché le cose sono andate come sono andate.
La fede rappresenta un faro di speranza e un fondamento etico per l'essere umano del ventunesimo secolo, un periodo caratterizzato da profondi cambiamenti sociali, politici e tecnologici. In un mondo spesso segnato da conflitti, crisi e incertezze, la fede puó rassicurare offrendo un senso di appartenenza, di significato e di direzione.
Nel contesto moderno, la fede dovrebbe incoraggiare la tolleranza, il dialogo interreligioso e una maggiore comprensione tra le diverse culture. Dovrebbe invitare a riflettere su valori universali come l'amore, la giustizia e la compassione. In un'epoca in cui l'individualismo può prevalere, la comunità cristiana rappresenta un'opportunità per costruire legami significativi e per affrontare insieme le sfide del giorno d'oggi.