Per me Dio è una forza che non riesco a vedere, ma che sento dentro di me. È un sostegno e un accompagnamento per tutta la vita. Lo posso invocare quando sto bene, ma anche quando ho qualcosa di cui lamentarmi o per cui brontolare.
Prego, sì. È importante per me. Fa parte della mia routine prima di andare a dormire. Ma anche in altri momenti. Ad esempio, quando vado a fare una passeggiata da sola, è bellissimo pregare. E ringraziare, per molte cose. Spesso prego solo per me stessa. Ma frequento anche due meravigliosi gruppi di donne che si incontrano regolarmente, parlano di diversi argomenti e pregano.
Credo che Dio risponda, sì. Ma a volte più lentamente di quello che vorrei. Mi capita di rendermi conto solo dopo di avere ricevuto una risposta. E dico: "Ah, questa è la risposta che aspettavo da tempo".
Quando prego parlo anche delle ingiustizie che ci sono nel mondo e che mi danno tanto fastidio. Nella preghiera ammetto anche che mi sento impotente e che questo a volte mi rende molto triste. E dico che mi fa impazzire il fatto che non si possano cambiare le cose. Mi è già capitato di dire, nella preghiera, che io non chiedo nulla di meno che la pace nel mondo. È molto. Forse è troppo. Ma prego per questo, sì.
La fede rappresenta un faro di speranza e un fondamento etico per l'essere umano del ventunesimo secolo, un periodo caratterizzato da profondi cambiamenti sociali, politici e tecnologici. In un mondo spesso segnato da conflitti, crisi e incertezze, la fede puó rassicurare offrendo un senso di appartenenza, di significato e di direzione.
Nel contesto moderno, la fede dovrebbe incoraggiare la tolleranza, il dialogo interreligioso e una maggiore comprensione tra le diverse culture. Dovrebbe invitare a riflettere su valori universali come l'amore, la giustizia e la compassione. In un'epoca in cui l'individualismo può prevalere, la comunità cristiana rappresenta un'opportunità per costruire legami significativi e per affrontare insieme le sfide del giorno d'oggi.