Credo in Dio e nell'esistenza di un potere e di una forza superiore che può accompagnarci nell’esistenza. Per questo dico di avere un certo rapporto con Dio.

Sono cresciuto cattolico, direi rigorosamente cattolico, a Rabius. La domenica andavamo sempre in chiesa. È la mia famiglia cattolica ad avermi trasmesso la fede. La fede mi accompagna ancora oggi, anche se la situazione è un po' cambiata: non vado più tanto spesso a messa, ma la fede c'è e rimarrà. E non mi vergogno a dire che essa può essere vissuta ovunque.

Per me la fede è soprattutto un fatto privato. Ma ci sono situazioni in cui è anche pubblica, per esempio quando partecipo a una funzione religiosa. L'anno scorso, quando ero presidente del Consiglio nazionale, ho incontrato il Papa, capo della Chiesa cattolica, quando ho fatto visita alla Guardia svizzera: quello è stato un momento in cui ho esposto pubblicamente la mia fede. Per il resto, cerco di separare nettamente la religione dalla mia attività professionale e dalla politica.

La Chiesa cattolica ha commesso molti errori. È un fatto che non possiamo dimenticare. Credo che oggi molte persone vivano la loro fede in modo diverso. Molti non vanno più in chiesa ogni domenica e non desiderano più partecipare alle solite funzioni. Occorrono nuove idee. La religiosità e la fede possono essere vissute ovunque: a casa o nella natura. I modi di vivere la fede sono cambiati. Le chiese, quella cattolica e quella riformata, devono reagire. Devono essere più vicine alla gente, prendere sul serio le preoccupazioni delle persone, e non aspettare che siano le persone ad andare in chiesa. È la chiesa che deve andare dalla gente, e non viceversa.