Mia madre pregava con noi ogni sera. Era un rito che mi dava un certo senso di sicurezza. E forse mi dava anche un po' di ingenua fiducia nel fatto che, se avessi pregato, quella sera qualcuno si sarebbe preso cura di me. E dormivo bene.
Col passare del tempo, elaborando le mie convinzioni personali, il quadro è cambiato. E ho capito che certe tradizioni bibliche sono per me descrizioni metaforiche. Narrazioni che non possono essere credute alla lettera. Tuttavia, condivido i valori che esse veicolano.
La non violenza, l'amore, “ama il tuo prossimo come te stesso”, sono principi importanti per me. Dovremmo vivere secondo quei valori. Allo stesso tempo, essi dovrebbero anche essere esaminati criticamente.
Sono un colonnello dello Stato Maggiore delle forze speciali. Ho lavorato in zone di guerra e di crisi. E so che oggi non basta invocare ingenuamente quei valori per poterli vedere realizzati. Per me l'esercito non è fine a sé stesso, non è né qualcosa di grandioso, né qualcosa di romantico. È un male necessario. Non viviamo in un mondo in cui tutti adottano un comportamento nonviolento. Dunque, la mia reazione, dettata dalla ragionevolezza, è questa: “O mi sottometto, o mi preparo per essere in grado di reagire”. Senza per questo voler essere io stesso un aggressore.
La fede è qualcosa di personale. La politica è la gestione della comune vita quotidiana. Penso che oggi sia bene separare la politica dalla fede. Ma se le si separa in modo ideologico e si fa finta che l'una non abbia nulla a che fare con l'altra, allora non credo che sia una buona cosa. Non credo che sia corretto. Non viviamo in uno stato laicista. La politica non può esistere senza la fede, e viceversa.
Non credo di parlare direttamente con Dio. Cerco piuttosto di ascoltare me stesso. Dove sto, ora? Sto bene? Sto facendo la cosa giusta? A volte ho un'idea di ciò che dovrei fare, ma non la metto in pratica. Riesco poi a perdonarmi? Mi interrogo sule mie opinioni e su ciò che faccio. Ma non ho mai riflettuto sulla possibilità di parlare con Dio.
La fede rappresenta un faro di speranza e un fondamento etico per l'essere umano del ventunesimo secolo, un periodo caratterizzato da profondi cambiamenti sociali, politici e tecnologici. In un mondo spesso segnato da conflitti, crisi e incertezze, la fede puó rassicurare offrendo un senso di appartenenza, di significato e di direzione.
Nel contesto moderno, la fede dovrebbe incoraggiare la tolleranza, il dialogo interreligioso e una maggiore comprensione tra le diverse culture. Dovrebbe invitare a riflettere su valori universali come l'amore, la giustizia e la compassione. In un'epoca in cui l'individualismo può prevalere, la comunità cristiana rappresenta un'opportunità per costruire legami significativi e per affrontare insieme le sfide del giorno d'oggi.