Nella vita quotidiana di un presidente comunale, o per meglio dire nella mia vita, la fede è presente, in una forma o nell'altra. Quando ero ancora catecumeno, poco prima della confermazione, sono andato alcune volte a Taizé. Lì la mia parola preferita era “speranza”. Fondamentalmente sono una persona ottimista. Credo nel bene che c’è in ogni persona. Aspetto che siano gli altri a convincermi del contrario. Sì, credo nel bene che c’è nelle persone e nel mondo. So perfettamente che il mondo non è sempre un luogo tranquillo. Lo vediamo anche oggi, che le cose non vanno come dovrebbero. Del resto, è sempre stato così.

Credo in un potere superiore, che se ne sta da qualche parte. È sicuramente così. Io faccio il musicista. Un tempo volevo studiare teologia. Poi sono diventato un predicatore, ma un predicatore cantante. Nel mio ruolo di cantante, proclamo anch’io, in un certo senso, la salvezza e il Messia. Ho conosciuto molte istituzioni diverse. Con alcune ho avuto dei grossi problemi. Più le conoscevo, meno mi piacevano.

Ho avuto un patrigno musulmano, che purtroppo è morto. Ho un cognato ebreo. Ho cantato in un coro di ragazzi cattolici, ho cantato nel corso di tre udienze papali. Ero di confessione riformata, ma nel frattempo sono uscito dalla chiesa. Penso che le persone che credono in qualcosa, in qualcuno, in un potere superiore – e in fondo questo vale anche per me – hanno un grande sostegno nella vita.

La fede in un potere superiore, che un giorno forse ci giudicherà, o forse no, mi permette, ogni giorno, di vedere le cose in modo positivo. E anche di non rinunciare a credere nelle persone, anche se a volte è un po' difficile.