Dio, secondo me, è una persona al di sopra di tutti. Lui aiuta tutti quelli che si lasciano aiutare. Ma si allontana da chi invece non vuole essere aiutato.
Dopo il mio incidente – causato da una leggerezza, che mi ha ridotto così, seduto su una sedia – ho sempre pensato: “Per fortuna c’è qualcuno, sopra di noi, che mi ha protetto”.
Penso che ci siano tre cose nella vita di una persona: la nascita, ciò che accade dopo, e la morte. Io la penso così.
A me manca molto il lavoro con le mani. Ma ormai è così, per colpa dell’incidente, e non si può più fare niente. Anzi, devo essere grato. Avevo 35 anni, in clinica ho visto giovani di 17, 18 anni. Loro mi hanno accompagnato e mi hanno persino fatto giocare a pallacanestro sulla sedia a rotelle. Sono grato per i sei mesi passati a Basilea. Grazie alle cure ricevute, posso vivere in condizioni accettabili.
Faccio parte di un gruppo Country, che ad agosto si esibirà a Poschiavo. Io sono la mascotte del gruppo. Ogni lunedì vado a Grosio a vederli ballare. Cerco di uscire, non mi rinchiudo in casa. Anche questo mi aiuta a vivere. La vita è fatta così, deve continuare!
La fede rappresenta un faro di speranza e un fondamento etico per l'essere umano del ventunesimo secolo, un periodo caratterizzato da profondi cambiamenti sociali, politici e tecnologici. In un mondo spesso segnato da conflitti, crisi e incertezze, la fede puó rassicurare offrendo un senso di appartenenza, di significato e di direzione.
Nel contesto moderno, la fede dovrebbe incoraggiare la tolleranza, il dialogo interreligioso e una maggiore comprensione tra le diverse culture. Dovrebbe invitare a riflettere su valori universali come l'amore, la giustizia e la compassione. In un'epoca in cui l'individualismo può prevalere, la comunità cristiana rappresenta un'opportunità per costruire legami significativi e per affrontare insieme le sfide del giorno d'oggi.